mercoledì 26 maggio 2010

Ok, cambiamo ritmo

ieri carpina e mattia si sono recati allo studio pediatrico, per il terzo bimbesco tagliando mensile.
hanno parcheggiato la panda, - che ha dovuto sorbirsi le mega ruote del passeggino, sul sedile posteriore, vista la scarsa dimensione del portabagagli - e sotto un sole imperturbabile hanno passeggiato con calma fino allo studio. mattia ne ha approfittato per dormirsela.
buongiorno - prego entri.
cucci cucci pucci pucci.
ok lo rivesta.
ha un respiro aspro. facciamo un aerosol. ha fatto l'eco alle anche?
veramente no.. quando si fa?
dal secondo al terzo mese..
ah.
la faccia al più presto. nel frattempo.. peso altezza nella norma. anzi, altezza tanta. peso giusto. MA. ha preso un pò pochino questo mese. 430 grammi. pesa 5550 grammi, il mese scorso 4120.
PANICO PANICO PANICO PANICO (mi proporrà di dargli l'aggiunta???)
Ogni quanto lo allatti?
Ogni quanto me lo richiede.
mm.
perchè? sbaglio? devo avere una tabella di marcia? come devo fare?
ok, allora.. quando lo allatti, fallo stare abbastanza.. e poi dagli anche l'altro seno. alla volta successiva comincia con l'ultimo seno proposto, e poi passa all'altro.
ma io.. veramente.. già faccio così.. perchè con ivan facevo anche così.. anche se lui cresceva di più.. eppure io ero più stanca.. mentre ora.. oggi.. insomma mattia è così bravo.. io faccio tutto, con lui.. quindi.. bè, pensavo che.. insomma.. che devo fare dottore?
non fare pause troppo lunghe tra una poppata e l'altra..
cioè?
massimo tre ore.
ma.. veramente.. a volte non arriviamo neppure alle due ore...
PANICO PANICO PANICO (mi dirà che allora ho poco latte?)
facciamo così: allattalo come ti ho indicato io, e fallo ad ogni poppata, perchè magari non lo fai sempre sempre, e ci rivediamo tra otto giorni, giusto per pesarlo.
ok dottore. grazie (di non avermi detto che ho poco latte, nè di avermi proposto latte in aggiunta)

Per via di questo incontro, da stamattina carpina ha allattato mattia alle 6.30 - alle 8.30 - alle 9.20- alle 10.30 - alle 11.40.
dalle 12.00 mattia se la dorme (finalmente) nel suo lettino.

il fatto è che, sempre ieri, dopo il pediatra, carpina e mattia si sono recati presso il sanitario, a fare il primo vaccino. carpina quindi non sa se mattia è irrequieto perchè trova poco latte, o perchè da poco più di ventiquattrore, nel suo corpicino ci stanno sei e più virusbatteri (morti), a solleticargli il sistema immunitario.

carpina trova però, che il sorriso di mattia alla fine della poppata, significhi che abbia mangiato abbastanza. o no?


martedì 25 maggio 2010

3 mesi - Il tempo delle ciliegie

I giorni con te sono così, piccole ciliegie rosse, dolci e irresistibili, da mangiare una dopo l'altra, fino a far girar la testa.
I tuoi occhi sono così, due ciliegie vispe vispe, lucenti e profonde, aperte verso il Mondo.

Il tempo si sbriciola in momenti.
E i momenti si tingono di sensi: il tuo profumo; la melodia dei tuoi gridolini, il tuono del tuo pianto; il velluto della tua pelle; la grazia del tuo viso, da guardare all'infinito; il dolce dei tuoi bacini esclusivi.

E io provo a catturarli, quei momenti.. faccio foto.. penso parole che possano racchiudere la perfezione di un nostro sguardo di intesa, di una carezza a lungo cercata e finalmente trovata, del calore della tua tempia di profumi, dei tuoi sgambettii sotto la palestrina, dei tuoi sorrisi agli amichetti della giostrina musicante..

Mi concentro e cerco di dilatare l'istante, nel mio cuore.
Ma, come per le ciliegie, arriva il tempo, e passa.
Quel che resta altro non è che una scia dolce nel cuore, negli occhi.
Quel che posso fare, è di viverlo pienamente, e mangiare piano piano tutte le ciliegie che mi regali.

Arriveranno altri frutti, e le ciliegie non ci saranno più: di esse mi basterà il ricordo, per riempire di gioia il mio cuore.

Auguri, piccolino mio.




domenica 23 maggio 2010

Aggiornamenti Linguistici Ivaniani

E' di recente ingresso nel lessico bimbesco di Ivan, la lettera R.
Fino a poche settimane fa, essa era sostituita dalla facile L, quindi si avevano parole come fLutta, pauLa, Lobe, mangiaLe, Losa, Lossa, pLima, e via dicendo.

Da qualche settimana, quindi, tali parole, sono state corrette in fRutta, pauRa, Robe, mangiaRe, Rosa, Rossa, pRima, con un certo aumento di R (mangiaRRRRe, fRRRRutta, eccetera), forse per il piacere di aver raggiunto questo traguardo, oppure per rimarcare tale difficile lettera vibrata, o ancora per allenarsi, semplicemente.

La cosa bella, è che, nel dubbio, il cucciolo ci appiccica la R al posto della L, anche dove non ci andrebbe.. esempi: cavaRRo al posto di cavaLLo.. beRRO al posto di beLLo.. suscitando l'ilarità familiare :)

Comunque, qui si è proprio contenti di questo perfezionamento lessicale.. anche perchè era un pò imbarazzante, prima, sentirgli dire che lui era il bimbo grande.. con la L al posto della R. :))

ps - piccola foto di Ivan, qui :)))

giovedì 20 maggio 2010

Maddài!

Pare che maritosgainz gestisca un sito tutto suo..

http://sites.google.com/site/francescoquaratino/home

si vede che è suo, già da quanto è complicato l'URL.. ah, 'sti informatici... :)

ps - per intenderci, non è un sito personale.. è un sito 'tecnico'.. insomma.. noioso.. :P


mercoledì 19 maggio 2010

Buon Giorno

Svegliarsi alle otto e mezza, dopo file di albeschi risvegli, ha un che di commovente.
Fare colazione lentamente, avendo nelle orecchie solo un dolcissimo richiamo da nanerottolo in versione quasi 12 settimane, fa cominciare bene la giornata.

Carpina ha capito che fare da mamma a un cucciolone più-che-treenne, e ad un cucciolotto di-quasi-tre-mesi, contemporaneamente, non è facile e gioioso come immaginava.
A volte pensa che non ce la fa, e che in quei frangenti, perde in qualità mammesca.
Il nervosismo, la stanchezza fanno capolino già al risveglio, quando nella testa di carpina si srotolano due elenchi: cose da fare & cose che vorrei fare, la maggior parte delle volte incompatibili tra loro.

Ed ecco che questa mattina stranamente il cucciolone grande non ha preteso che si svegliasse l'intera famiglia, ma si è accontentato di fare colazione ed essere vestito e accompagnato dal paponesgainz, con tutta la gratitudine di mammacarpina, che aveva dimenticato la casa silenziosa del risveglio.

martedì 18 maggio 2010

Pranzo Estivo

Quando sono gli ingredienti a suggerirti come nutrirti.

Mi è capitato di comprare pomodori rossi, tondi e grandi, succosi e saporiti.
Nella mia dispensa c'è sempre del pane raffermo.
Ho il frigo pieno di limoni, e non vivo senza l'origano.
Così oggi: Cialledda fredda.
O insalata di pane.
O pane bagnato e condito.
Bò, non so bene come definirla, e allora la descriverò:

Prendi del pane secco, ma pane vero, di quello che anche bagnato, mantiene una sua propria dignità e consistenza. Io vivo ad Altamura, e sono molto molto agevolata in questo!
Ammolli il pane in acqua.
Lo strizzi, e lo condisci: pomodori, cipolla, caroselli, succo di limone, sale, olio, origano.
Riponi in frigo per almeno un'ora, e ogni tanto rimesti per insaporire.
Et voilà - Una bontà!
Come dicono Arturo e Kiwi :)

E il forno mi ha appena avvisato che il secondo è pronto.. è il tortino di zucchine, che mi ha riempito la casa di profumo, e la pancia di fame!

Ho affettato per il lato lungo le zucchine, e le ho sistemate in una pirofila unta d'olio, e con base di cipolla.
Sale - prosciutto cotto - sottilette (le ho rivalutate parecchio, per la cucina!).
Ripetere - zucchine - sale - prosciutto cotto - sottilette.
Ultimo strato: zucchine - sale - formaggio - pangrattato - olio.
40 minuti a 200 gradi, ventilato.
Et voilà - Un'altra Bontà!

Ahi, che fame!!

lunedì 17 maggio 2010

MammaCarpina

Caro piccolo Mattia,
ma dove hai preso queste ciglia lunghe, che quando sei nato ne eri completamente sprovvisto?
E quanto ti piace essere spogliato al cambio, che sorridi a bocca larga e poi, per la troppa emozione, ti infili i due pugnetti in bocca??
E com'è che quando ti abbandoni alle mie braccia, dormiente e beato, io so che andrà tutto bene?
E come fai ad essere così piccolo e racchiudere in te l'eternità, l'universo?
E perchè quando ti allatto e tu fai gli occhi di estasi, vorrei non finisse mai?
E com'è, dimmi, che quando dormi, la tua faccetta è ancora più pata-polpetta-tonda?
E quel tuo profumo... ne sono drogata.. devo sniffarlo in loop....

Ma prima, prima di te e Ivan, il Mondo com'era?
Perchè io non me lo ricordo più. E sono felice così.

(Aggiornamenti da maternità, versione 11 settimane e 4 giorni.)

Domenica: viaggi, e grandi domande

Ieri, gita in quel di Lecce.
Carpina e maritosgainz non ci erano mai stati prima, si narrava di viaggio in macchina interminabile e tanto gli bastava per scartare a priori tale destinazione, da quando erano diventati genitori-non-bravi-a-gestire-cuccioli-in-auto.
E, prima di diventare genitori, per i loro viaggi, guardavano sempre a Centro Italia, mai a Sud.

Ieri però, hanno scoperto che ci si impiegano solo due ore e un quarto, da casa, al parcheggio leccese, fuori dal parco cittadino, all'ombra profumosa dei cespugli fioriti che circondano tale parco.

Luce, profumo di mare lontano, vento simpatico, strade del centro storico silenziose e ben disegnate, e parco a misura d'uomo, hanno accompagnato il pomeriggio, dopo il pranzo da Guido, e il gelato, e il pasticciotto tiepido.

Un paio di scatti in una macchina per le fototessera, venuti fuori per caso, perchè carpina non ha (ancora) capito come avrebbe dovuto fare per avere una semplice foto tessera, e soprattutto quanto costava, quindi ha fatto prima una foto da sola, sorridente come una che finalmente si può rifare la carta d'identità scaduta da tanto, e poi, col credito residuo, una foto con tanto di cornice bucolica, con il ciiis di Ivan accanto al proprio viso.

Il viaggio di andata, dai cui finestrini si vedeva scorrere via la Puglia (il vero uliveto d'Italia, altrochè Toscana!) è stato brutalmente rabbuiato da una frase di maritosgainz, buttata lì, e che ha trovato carpina saltellare con gli occhi tra i verdi campi puntellati di rossi papaveri, e i nodosi alberi d'ulivo stagliati contro il cielo azzurro di luce, e bianco di nuvole.

Maritosgainz ha improvvisamente detto, col classico tono che preannuncia una imminente catastrofe apocalittica: 'carpina, senti.. io.. preferirei che i nostri figli non facessero il catechismo. Io non voglio che crescano oppressi. Stiamo facendo un buon lavoro con Ivan, e vorrei continuasse così, libero, socievole, allegro, intelligente, curioso e senza stupide paure.'

Carpina, al solito, ammutolisce. Quando si tratta di parlare di queste cose, non sa proprio che dire. Si intristisce e si sente mortalmente stupida, perchè non ha idee chiare al riguardo, nè tantomeno alternative.
Carpina invidia tanto maritosgainz, e le sue idee piantate così saldamente nel cuore.

Secondo carpina, semplicemente, i cuccioli dovrebbero fare lo stesso percorso che hanno fatto lei e maritosgainz. E loro, genitori, dovrebbero aiutarli a vivere la cosa serenamente, senza 'opprimerli'.
Il fatto è che la religione di carpina è un casino. Un casino enorme.
Come si dice, la politica agli uomini, la religione alle donne: bè, il padre di carpina era un sindacalista, e la madre cristiana, sì, ma non cattolica.
Carpina non sa neppure come si chiamasse la sua religione.. protestante? Evangelica? Bò. Sa con certezza che sua madre, in gioventù, aveva avuto diverse discussioni con la nonna, cattolica fino al midollo, e alla fine si era arresa, era iscritta anche a un gruppo di preghiera, ma non è che Carpina l'abbia mai vista mettere la Messa tra le priorità domenicali.
Al massimo in chiesa una sera a settimana per pregare. Ma questo nell'ultimo periodo.
Poi, certo, tra le canzoni canticchiate dalla mamma, ce n'erano tante da Chiesa. E la vetrina della cucina era invasa di foglietti religiosi, canzonette, preghiere. E l'unico libro che sua madre abbia mai letto è la Bibbia. E la domenica mattina dell'infanzia di carpina, era dedicata alla doccia, shampoo, abiti buoni e Chiesa. E al ritorno: 'cosa diceva il vangelo di oggi?'

Ecco, più che una religione, a carpina la Chiesa pareva una scuola.
Una scuola dove imparare cosa, lei non l'ha ancora capito.
Ma era la sua scuola della domenica.
E Carpina ci teneva ad essere la prima della classe.
E si è quindi cresimata. Senza neppure capire cosa fosse esattamente.
La cresima era il diploma.
Non aveva voluto frequentare poi l'università, proprio come nella scuola vera.

Al di fuori della Messa domenicale, non c'era traccia di Dio, Gesù, la Madonna.
E così Carpina li ha sempre vissuti (Chiesa e Vita) come due ambiti distinti, staccati.
Però non dimentica la pace interiore che l'ha colta una sera, nella chiesa gremita e silenziosa, dove ognuno pregava per conto proprio, durante l'adorazione.
Pregava anche lei, anche se non coi termini corretti.
E pensava sarebbe stato così bello credere a Qualcuno lassù, che ci seguisse, amasse e aggiustasse quaggiù. Automaticamente, però, credendoci, si sarebbe sentita autorizzata a dirgliene quattro, per qualche cosa di assolutamente doloroso, che era capitato nella propria vita. Troppe perdite, per credere che abbiano un senso, un filo logico, un disegno più grande.

Vedo la chiesa impartita ai piccoli, come il grembiulino scolastico.
Qualcosa che copre la nostra essenza. Limita i movimenti. Rende tutti uguali. Con la scusa di restar puliti.

Carpina sa che tra qualche anno, arriverà il catechismo. La confessione. La comunione. E gli amichetti che dicono così. E noi che non andiamo alla Messa la domenica. E le processioni. E le feste di parrocchia. E gli Auguri a Natale, a Pasqua, all'onomastico. E il pesce di venerdì, non la carne.
Ma, vorrebbe stare ancora qualche anno senza pensarci.
Qualcosa, le verrà in mente, al momento opportuno. Forse.





giovedì 13 maggio 2010

Yesterday

Ieri Carpina ha vissuto un giorno di inferno.
Un giorno da semi-inferma.
Un dolore in zona unguale, imprecisamente tra la coscia e l'anca destra.
Ma un dolore subdolo, perenne, e che in nessuna posizione spariva.
E' sparito con la notte... epperfortuna.

E ha capito, come non mai, tre cose:
1) che ha una salute di ferro, tant'è che non sta mai male, tant'è che non piglia mai medicinali, e lei che invece si figurava come la paladina anti-medicinali.
Col cavolo! Ieri avrebbe preso qualunque cosa pur di stare meglio.
Ed ha preso la tachipirina, ovvero l'unico medicinale consentito in allattamento.
Non le ha fatto assolutamente niente, ma ci si è affidata come un credente alla Madonna di Lourdes. Ecco: ieri ha preso un grammo di Madonna di Paracetamolo.

2) che vive lontana, fuori. Lontana da tutto e tutti. Nessuno sarebbe potuto andare a casa sua velocemente, per farle compagnia, o tenerle il piccolino (che guarda caso voleva camminarsi tutta casa, giusto ieri!), e andare a bussare a una vicina (per quanto premurosa e solerte), con la faccia involontariamente deformata da una smorfia di dolore, non le sembrava elegante.

3) che non si apprezza mai abbastanza lo star bene. Oggi nessuna parte del suo corpo registra dolore, e questo non l'ha mai percepito tanto chiaramente.

In realtà, ieri, ha anche pensato che sta invecchiando. Non ha neppure trentun anni, ma ci ha pensato seriamente.
E stanotte si è iscritta in palestra.
Oltre al fatto che si è messa a dieta, sempre durante il sonno.
Poi si è svegliata, il dolore era scomparso, e puf! scomparsa anche la palestra e la dieta.
Per adesso.


mercoledì 12 maggio 2010

LEI - parte II

LEI, cederebbe volentieri il proprio regno, per un caffellatte, anzi due, al giorno. Che poi si chiede, ma che cazzo di debolezza è il caffellatte?

LEI ci sono giorni in cui non si sopporta proprio. E muore dalla voglia che pure il resto del Mondo non la sopporti, così si comporta male, diciamo in maniera poco gentile. Alle volte rischia che quel comportamento, truccato da questo sentimento, diventi il proprio, unico, modo di essere. E ne è spaventata.

LEI, a volte, sta giù. E non riesce neppure a parlarne, perchè significherebbe indagare, cercare, misurare, e magari trovare uno o più motivi e porvi rimedio. E qui arriva l'indolenza, insieme a uno sbuffo. Uf.
Meglio scrivere, così almeno c'è uno scopo, a quel sentimento negativo. Perchè, in fin dei conti, lei pensa che lo stimolo a scrivere, glielo dia questo sentimento, che lei, povera di vocabolario com'è, chiama 'stare giù' (di corda, di tono, bò).
Fortuna vuole che poi le passi, però.

LEI non ha la mamma da quasi sedici anni. Ma ha una suocera, e come si usa dalle sue parti, la chiama 'mamma'. Ma LEI proprio non riesce ad averci un rapporto da figlia com'ella, la suocera, invece vorrebbe. E LEI si dispiace un sacco, ma ha questo difettone, che quando sente che qualcosa la deve fare per forza, costrizione, ecco ch'ella non la fa, non la fa e non la fa.

LEI, ora, che ha diversi chili da abbandonare strada facendo, detesta specchiarsi. Eppure si impone i pantaloni aderenti (non attillati eh!), le scollature abituali e i vestitini fru fru.
Il rischio, altrimenti, sarebbe che della forma in cui si ritrova oggi, non resterebbero che gli enormi contorni, dandole un aspetto globoso e nient'altro.

LEI ama il profumo del bucato mentre stende, che se lascia la finestra aperta, entra e si irradia nelle stanze. Dixan, Bolt, o altro detersivo in offerta. Bè, è presumibile pensare che quel profumo piaccia a tutti, ma LEI ha la fissa degli odori, e quello del bucato la manda in estasi, così ci ha riflettuto, e ok non aveva evidentemente altro da fare.
Questa riflessione però, l'aveva riportata alla propria infanzia (tutte le riflessioni hanno la strada obbligata verso il passato), e qui aveva scoperto che la bambina che è stata, detestava l'odore del bucato di sua madre.
Sua madre, grande economa, che faceva tutto con niente, lavava i panni colorati, a mano, con il sapone giallo.
La lavanderia di casa aveva sempre quell'odore terribile, di semplice sapone da lavandaia.
Quando poi LEI, ha avuto la sua prima casa, ha pensato che per essere davvero una casa completa, avrebbe dovuto annoverare tra i propri ninnoli casalinghi anche un sapone da biancheria, pur se in cuor suo sapeva che non lo avrebbe mai adoperato.
Così, recatasi al negozio per la spesuccia settimanale, ecco che passando nel reparto detersivi se lo era ritrovato davanti, in pacco doppio in offerta, lui, più bello che mai, dritto dritto dalla propria infanzia: il sapone giallo.
Esso faceva bella mostra di sè, accanto al più nobile sapone bianco, di marsiglia, con un profumo più accettabile, ma che costava qualcosa in più.
LEI ha quindi finalmente capito perchè sua madre comperava quello giallo, e lo ha comperato a sua volta, giusto per sentirne ogni tanto l'odore, e tornare alla lavanderia della sua infanzia, che in effetti detestava, ma che oggi non c'è più. Neppure per detestarla.

LEI, ha scritto questi post come i suoi primi post di due anni e più fa: con carta e penna. E lei, ha scoperto di avere ormai una grafia orribile, e che se la scoprisse la maestra Anna, dalla cattedra delle sue elementari, non la riconoscerebbe, perchè Lei, a scuola, non aveva una semplice grafia, aveva la calligrafia.
Ma ormai le sue dita sono intorpidite con la penna, così come sono sciolte e veloci e precise con la tastiera.

LEI ha scoperto che scrivere in terza persona singolare aiuta a non prendersi troppo sul serio, a sdrammatizzare, e ironizzare, e insomma le viene meglio.
E da oggi scriverà così tutti i suoi post.
O, almeno, ci proverà.

martedì 11 maggio 2010

LEI - parte I

LEI ha due figli.
E se n'è accorta l'altra sera, che tornando in macchina, ne aveva uno in braccio, e uno mano nella mano. Aveva provato a guardarsi riflessa in un portone, e trovava che agli occhi degli altri era bella. Una bella mamma di due bimbi. Ma si era chiesta se questo bastasse a definirla.

LEI ha un blog, e quando lo ha aperto manco lo sapeva che ci fossero le mamme blogger, e difatti lo aveva aperto per parlare di sè. this is my tapestry, recita l'occhiello (si dice così?) del suo blog. Ovviamente nel suo tapestry c'era un figlio, oggi due. Ed ovviamente lei ne parlava come ne parla tutt'oggi, solo che poi le è stato fatto notare che se pure l'intento del blog non era (e non è) quello di essere un mom-blog, alla fine quasi non parla d'altro, e un pò le dispiace. Magari trova altri argomenti, e questo l'aiuta a sforzarsi di pensare ad altro, che alle volte ce n'è bisogno.

LEI, da quando ha il blog, vive pensando Questo lo scrivo sul blog! Questo no!, e chissà se poi lo fanno tutti, ovvero tutti quelli che gestiscono un blog personale.

LEI, pensa che scrivere sul blog sia liberatorio. E che poi rileggersi sia un pò come specchiarsi, ma in quegli specchi deformanti. Perchè quando scrive, lei sa di ingigantire o rimpicciolire, a seconda delle virtù o dei difetti, anche se del tutto involontariamente.

LEI ha tante sorelle. Ma tutte lontane, e immerse nella propria esistenza. Qualcuna fuori città, qualcuna in città, ma con una Vita Talmente Gigantesca, che quasi ne viene fagocitata. E lei alle volte si sente sola, perchè la compagnia dei maschi, è un'altra cosa.

LEI allatta, ed è felice quando lo fa. Se però ha per le mani un buon libro (PULCE NON C'è - IL TEMPO CHE VORREI - LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI, questi solo nell'ultima settimana) durante la poppata non lo molla, il libro. E poi si chiede se sia giusto o meno. Se faccia bene o no, ad allattare leggendo.

LEI ha uno strano rapporto coi lavori di casa. E' capace di non fare niente per ore, anche giorni. E poi, in mezza giornata lava bagni, pavimenti, stende, stira, spolvera, riordina. Si chiede perchè non riesce ad essere più equilibrata. Magari così sfoga i suoi squilibri ormonali e non lo sa. Perchè lei di queste cose non ne è un'esperta.

LEI pranza ormai da sola ogni giorno lavorativo. Ma non per questo non apparecchia con tovaglia e tovagliolo di stoffa abbinato (sì, stira anche i tovaglioli, embè?), caraffa e bicchiere di vetro. Quando non lo fa, non è un buon segno.

LEI, a volte è presa da una indolenza che le fa paura. E allora ripensa alle parole della canzone di Carmen Consoli, 'In bianco e nero', che dice '(...)le avrei voluto parlare di me, chiederle almeno il perchè, dei lunghi ed ostili silenzi e di quell'arbitraria indolenza (...)' riferite alla sua mamma.
Quando lei ha sentito per la prima volta quel pezzo, era un sabato pomeriggio dei suoi vent'anni. Lei stava al lavello della casa di suo padre, dopo pranzo, a lavare i piatti.
In cucina c'erano anche le sue sorelle D. e R.
Sua madre mancava all'appello già da cinque anni. E lei pianse.. 'Guardo una foto di mia madre (...) e pensare a quante volte l'ho sentita lontana (...)'
Ne parlò con maritosgainz, che ai tempi era solo sgainz, e che non era neppure il suo fidanzato. Ancora. Gli parlò di quella canzone, e di quanto intimamente l'avesse commossa. Maritosgainz pure non aveva un genitore (il padre) e questa era una delle cose che li aveva avvicinati.
E insomma lui si presentò una mattina con l'album. L'intero album Stato di necessità, sulla cui copertina Carmen sfoggiava una maglietta con la rossa scritta I LOVE YOU.
E lei sognava che quelle parole fossero a lei dedicate, da sgainz. Ma non poteva neppure sognarlo. Era fidanzata. Lei.
E invece l'album era per lei.
E le parole pure, le aveva poi sgainz confessato.
Ma questa è un'altra storia.
E così lei proprio non capisce questa indolenza che la aggredisce così certe volte.
Conosce qualcuna che le direbbe Cara, dovresti fare più sesso secondo me.
Ma lei le stenderebbe volentieri un velo pietoso addosso, in questo momento.


mercoledì 5 maggio 2010

Ma che davvero blog candy!!



La leggo sempre, non sempre la penso come lei, ma adoro come scrive, quindi è ovvio che avrei partecipato al candy del suo primo libro!

Ovviamente se non lo vinco, me lo compro.. :-P

Brava Chiara!

Pina